Comprendere il significato dell'anatocismo bancario

In ambito bancario si sente parlare spesso di anatocismo, un termine deriva dalla parola greca “anatokismós”, composta dai termini “ana” (che significa sopra) e “tokismós” (che significa usura). Si tratta dunque di un fenomeno gli interessi producono nuovi interessi, infatti, se ci soffermiamo sull’anatocismo significato etimologico, ci rendiamo conto che significa proprio “nuovo interesse” o “interesse sull’interesse”. In ambito economico e bancario questo genere di interessi vengono chiamati anche “interessi composti”. Per comprendere questo fenomeno è possibile fare un esempio relativo ai conti corrente, ai conti deposito o agli interessi passivi di un mutuo. Per quanto riguarda i conti corrente, dopo un certo periodo di tempi (che può essere mensile, trimestrale, semestrale, annuale, ecc.) vengono calcolati gli interessi maturati passivamente sulle somme di denaro depositati. Questi interessi vengono poi addebitati sul conto stesso. Al momento del calcolo successivo (che avviene appunto dopo un mese e tre mesi, ecc.) gli interessi vengono maturati non solo sul capitale iniziale, ma sul capitale più gli interessi maturati precedentemente. Quindi, nel caso dell’anatocismo bancario, possiamo verificare che succede proprio che: gli interessi sono calcolati sugli interessi. Nell’ordinamento italiano questo fenomeno viene disciplinato dall’articolo 1283 del codice civile.

L’anatocismo bancario è vietato? Cosa dice il codice civile

L’articolo 1283 del codice civile italiano recita che: “In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi”. Secondo questo articolo (che vale per tutti tipi di rapporti, non solo per quelli bancari), dunque, gli interessi maturati devono essere calcolati solamente sul capitale di partenza e non anche sugli interessi maturati in precedenza. Esistono però tre eccezioni a questo divieto. La prima eccezione riguarda gli interessi maturati dal giorno della domanda giudiziale, quindi relativi a un capitale più interessi non pagati. Questa cifra viene considerata dunque una somma unica. La seconda eccezione riguarda la convenzione posteriore alla scadenza degli interessi. In questo caso l’intera somma matura (quindi capitale iniziale più interessi) fino al momento della convenzione, viene considerata come un nuovo capitale. Di conseguenza, i nuovi interessi possono essere calcolati su questa cifra unica. La terza e ultima eccezione riguarda la mancanza di usi contrari, che è stata modificata e stabilita dal decreto legge del 14 febbraio 2016 n° 18 all’articolo 17-bis comma 1. Gli interessi di mora possono essere capitalizzati, mentre quelli debitori no.

Anatocismo bancario: perché rivolgersi a un avvocato

Nonostante la legislazione indicata in precedenza, l’anatocismo bancario presenza ancora delle problematiche e delle sentenze differenti e dubbie che generano ancora contenziosi. Pertanto c’è ancora chi necessita di assistenza stragiudiziale e giudiziale in diritto bancario per anatocismo. Per procedere legalmente, bisogna per prima cosa essere in possesso del contratto e degli estratti conto scalari (o nel caso richiederli) riguardanti il proprio conto corrente. Poi c’è bisogno di rivolgersi ad un avvocato che sia esperto in materia di diritto bancario. Il legale avrà quindi modo di verificare le condizioni contrattuali. Successivamente c’è bisogno anche di un perito tecnico che sia in grado di fare una pre-analisi e una perizia specifica. Se da queste analisi emerge di avere diritto al rimborso di somme pagate indebitamente, è possibile procedere prima con una mediazione civile e, in caso di esito sfavorevole, proprio con una causa civile vera e propria.